Mentre ancora si
trova sul fondo marino, all’interno della sua Talpa-marina, il futuro naufrago trova il tempo e, soprattutto, lo
stato di relax, per scrivere una lettera che descriva ciò che vede e ciò che
prova.
Incredibile!
Di certo il primo documento scritto da un uomo gravato da 70
metri di acqua sulla testa!
Scrive dunque dal fondale:
Sono tante e tali le
sensazioni che provo in questo momento, che, se attendessi un solo istante a
registrarle, certo mi sfuggirebbero dalla memoria. […]
Quaggiù l’acqua non
sembra più acqua, ma una vera massa di vetro trasparente, compatta ed immobile
e bastantemente luminosa per potervi leggere e scrivere. […]
Qui regna un silenzio
che a taluno farebbe spavento; ma io mi trovo benissimo, e provo non so quale
piacere a respirare in questo stato.
La lettera continua manifestando
il grande entusiasmo di chi la redige, per l’esperimento ancora in corso mentre
scrive.
Chi scrive sembra più soddisfatto che preoccupato.
La lettera si conclude
tradizionalmente con luogo, data e firma:
Dal fondo della baia
di Napoli,
il 26 agosto 1871,
devotissimo …
Mi rimane qualche
dubbio, ho fatto immersioni a 60 metri di fondo, so bene quali sono le
condizioni di luce in profondità:
·
vedi tutto in tonalità che vanno dal nero al blu
scuro;
·
senza una luce riuscire a scrivere non è di
certo facile.
Avrà acceso un lume a
petrolio?
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