Sagredo

Mi chiamo Marco ma nel WEB, nel Virtuale come solitamente lo chiamo, sono Sagredodalla fine degli anni 80, quando frequentavo le prime BBS italiane, ad oggi con questo ultimo blog appena creato, il quarto, visto che scrivo nel Virtuale dal 2006.

Sagredo è uno dei personaggi dei Dialoghi Galileiani, in particolare quello che interpreta un razionale scettico, cosa che ben descrive il mio approccio al mondo Reale, come a quello Virtuale in cui colloco un blog come questo che apro. Non è un personaggio inventato, è una persona reale.

Giovan Francesco Sagredo (1571-1620) studiò privatamente con Galileo (1564-1642) a Padova dal 1597 al 1600 circa.

Dal 1605 al 1607 fu tesoriere a Palmanova (Friuli), poi dal 1608 al 1611 fu console veneziano in Siria. Nonostante queste lunghe assenze, rimase strettamente legato a Galileo. Al suo ritorno a Venezia, nel 1611, riprese con lo scienziato pisano nel frattempo rientrato in Toscana una corrispondenza destinata a protrarsi per tutta la sua vita. Fu molto attivo come scienziato dilettante, effettuando esperimenti di magnetismo, ottica, meccanica e termometria.

A testimonianza di sincera amicizia, Galileo ne ha fatto uno dei protagonisti dei Dialoghi della maturità. 

Il Dialogo, articolato in 4 giornate, si svolge tra il fiorentino Filippo Salviati, portavoce di Galileo, il veneziano Giovan Francesco Sagredo, uomo di ingegno e di idee progressiste, ed il peripatetico Simplicio, dalla rigida impostazione scolastica.



Scrive Galileo di Sagredo:
Ho poi pensato tornare molto a proposito lo spiegare questi concetti in forma di dialogo, che, per non esser ristretto alla rigorosa osservanza delle leggi matematiche,  porge campo ancora a digressioni, tal ora non meno curiose del principale argomento.
Mi trovai, molt'anni sono, piú volte nella maravigliosa città di Venezia in conversazione col signor Giovan Francesco Sagredo, illustrissimo di nascita, acutissimo d'ingegno.
Venne là di Firenze il signor Filippo Salviati, nel quale il minore splendore era la chiarezza del sangue e la magnificenza delle ricchezze; sublime intelletto, che di niuna delizia piú avidamente si nutriva, che di specolazioni esquisite.
Con questi due mi trovai spesso a discorrer di queste materie, con l'intervento di un filosofo peripatetico, al quale pareva che niuna cosa ostasse maggiormente per l'intelligenza del vero, che la fama acquistata nell'interpretazioni Aristoteliche.
Ora, poiché morte acerbissima ha, nel piú bel sereno degli anni loro, privato di quei due gran lumi Venezia e Firenze, ho risoluto prolungar, per quanto vagliono le mie debili forze, la vita alla fama loro sopra queste mie carte, introducendoli per interlocutori della presente controversia.
Né mancherà il suo luogo al buon Peripatetico, al quale, pel soverchio affetto verso i comenti di Simplicio, è parso decente, senza esprimerne il nome, lasciarli quello del reverito scrittore.
Gradiscano quelle due grand'anime, al cuor mio sempre venerabili, questo publico monumento del mio non mai morto amore, e con la memoria  della loro eloquenza mi aiutino a spiegare alla posterità le promesse speculazioni.


Il monumento eretto da Galileo ha funzionato ed il mio avatar è diventato Sagredo.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Sul ragazzo (purtroppo) avrei qualcosa da obiettare ...
      Sul notevole se la metrica la definisce la bilancia è indiscutibile, supero il quintale!

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