Una carrellata su quello che bevevano i ragazzini negli anni dell’Italia ancora in bianco e nero, degli anni ’50, '60, un’Italia che potremmo definire ancora a. CC. , ovvero Ante CocaCola, anche se questa in Italia era arrivata con gli Americani, alla fine della seconda guerra mondiale.
Il cedro, assieme al pomelo (non è un errore e non è il pompelmo) ed al mandarino, è ritenuto essere uno delle tre specie di agrumi da cui derivano tutti i membri del genere oggi conosciuti.
Come gli altri agrumi, ha le sue origini nell'Asia sudorientale, all'incirca nel Bhutan, è giunto in Europa in tempi remoti, già Plinio il vecchio nella Naturalis Historia ne parla chiamandolo "mela assira".
A quei tempi ancora non si usava il frutto come alimento, il suo utilizzo a tale scopo si sarebbe diffuso solo due secoli dopo, era invece usato come repellente per gli insetti nocivi come le zanzare, in maniera analoga alla citronella.
In Italia il cedro è coltivato e lavorato in Calabria, nella fascia costiera dell'alto Tirreno cosentino.
Il nome cedro, derivato dalla volgarizzazione dal latino “citrus”, è ambiguo, in quanto coincide con la traduzione di “cedrus”, nome dato alla conifera, i famosi cedri del Libano che fornirono il legno per tante imbarcazioni nel mondo antico, e lo forniscono ancora oggi per le scatole di sigari avana garantendone meglio la conservazione. Ecco perché in alcuni testi per l'agrume viene usato anche il termine “citro”.
La pianta di Cedro (l’agrume) è un arbusto che può raggiungere i 4 metri di altezza.
Il frutto è grande 20-30 cm, giallino, ovale o quasi rotondo, talvolta con una leggera protuberanza al peduncolo e un po' appuntito dalla parte opposta.
La buccia è molto ruvida ed eccezionalmente spessa, costituisce fino al 70% del frutto, per cui solo un 25-30% del cedro è commestibile.
Tornando alla cedrata, molto in voga negli anni '70, in Italia è sinonimo di Tassoni.
E’ tecnicamente una bibita analcolica a base di essenza di cedro, dal classico colore giallo, grazie alla presenza di specifici coloranti, prodotta negli stabilimenti nella cittadina di Salò.
Secondo gli storici, già nel XVIII secolo alcuni speziali (farmacisti) della Riviera Gardesana si dedicarono a valorizzare le apprezzate caratteristiche del cedro realizzando, mediante sapiente distillazione di infusi idroalcolici ricavati dalla buccia del frutto, gli alcolati di base per la preparazione dell’Acqua di Tutto Cedro a gradazione moderatamente alcolica.
La Tassoni inizia come Spezieria nel 1748, viene riconosciuta come Farmacia nel 1793, nel 1884 assume un carattere industriale, si divide la distilleria dalla Farmacia dando così vita e impulso alla Cedral Tassoni, destinata a divenire azienda dinamica e attenta principalmente a tutte le soluzioni offerte dai frutti del cedro e di cui l’Acqua di Tutto Cedro rappresenta la primogenitura.
Nel 1921, ad opera di Carlo Amadei, si crea un nuovo prodotto, la Cedrata Tassoni, uno sciroppo dal gusto originale che il mercato accoglie con entusiasmo.
Sono già comprese le necessità dell’industria moderna: far conoscere il nome del prodotto investendo in pubblicità, i manifesti della Cedral Tassoni rappresentano un classico del gusto pubblicitario anni ’20 e ’30.
Negli anni ’50 dall’originale sciroppo del 1921, addizionandolo con acqua e soda, nasce la Tassoni Soda, la bibita gassata e rinfrescante definita “la Cedrata già pronta nella sua dose ideale”, è questa che poi si chiamerà Cedrata Tassoni.
Ancora ricordo lo spot pubblicitario del 1973, trasmesso a Carosello, aveva per colonna sonora un jingle cantato da Mina:
Quante cose al mondo puoi fare?
Costruire? Inventare?
Ma trova un minuto per me!
Per voi e per gli amici ... Tassoni
Confesso che il chinotto non mi è mai piaciuto, come trovavo un po' nauseante la "spuma"; ma di cedrata ne ho bevuta tanta. La trovavo dalla nonna. I miei genitori si rifiutavano di comperare "bibite" confezionate, al massimo sciroppo alla menta da diluire, che mia sorella metteva nel latte freddo. Nel mio ricordo il ritornello pubblicitario della cedrata diceva: "... ma trova un minuto per te...". Potenza dell'evoluzione culturale per cui i momenti dedicati a se stessi sono fondamentali ed irrinunciabili.
RispondiEliminaInvece ero più per il chinotto che per la cedrata, la spuma poi, come la gazzosa non mi piacevano, condivido che l’autococcola sia essenziale
RispondiEliminaLo spot pubblicitario lo ricordo anch'io ma non ricordo d'averla mai bevuta, come dicevo nel commento precedente in casa mia non si usavano bibite gassate e le bevevo solo in visita da parenti, per cui ricordo la spuma nera, la bibita ginger rosso e l' immancabile gassosa :-).
RispondiEliminaLa gazzosa è la prossima ed ultima di cui per ora parlerò. Avrei dovuto aggiungerci lo sciroppo di Tamarindo della Carlo Erba
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