Conosco una ragazza, un tipo normale, nel senso che non è
una strafica, bellona, pupa, vamp, velina. Una ragazza semplicemente carina.
Do sempre un grande valore all’aggettivo carino. C’è
qualcuno che lo ritiene sminuente rispetto a bello, per me non è così, bello lo
riesco a dire di una statua o un quadro, carino si adatta moto di più ad una
persona perché ne travalica l’immagine spingendosi a connotarne l’essere.
Quella ragazza è un essere carino.
Non so quanti anni abbia, ma la sua freschezza, la risata
argentina, gli occhi neri e lampeggianti, la voglia di fare, indicano una
trentina.
E’ a Roma da poco, per lavoro, giovane collega di una mia
amica.
Sono conscio dei 20 anni che ci separano, ma inevitabilmente
mi ritrovo ad aprire la ruota di pavone.
Per carità capiamoci, la mia ruota di pavone è puramente
verbale, attenta al rispetto del femminile, sono stato educato dalle
femministe, quelle incazzose sul serio.
Fare la ruota è per me affabulare, raccontare, illustrare,
spiegare, dimenando le mani a sottolineare le parole.
La ragazza si dimostra recettiva: chiede, interagisce, non
sopporta passiva il mio sproloquio di parole.
Il suo dire dimostra una bella testa, audacia
nell’affrontare la vita, chiarezza d’idee. Questo la rende molto più carina del
suo solo corpo.
Chiacchiera anche lei, racconta con immediatezza, il suo
nuovo lavoro, la voglia di iniziare a vivere da sola, lasciando la casa che
condivide con il fratello e, intuisco, un ancor più trucido amico del
fratello.
L’amica che me l’ha presentata non si meraviglia quando
organizzo una cena con tanti amici e gli chiedo di invitare anche la sua
collega.
La mia amica? - mi dice - ho capito, la tua nuova amica!
Serata all’aperto simpatica, piacevole, spensierata, fresca,
con amici vecchi e nuovi, come solo l’estate permette di realizzare.
Siamo ancora a parlare, in mezzo agli altri, che, a
proposito di quello che stavamo mangiando, mi soffermo a parlare di cucina
romana, dell’origine di quel cibo, della sua storia, della valenza sociale che
aveva, della funzione che esplicava, di come sopravviva oggi.
Mi ascolta per niente infastidita, guardandomi dritta negli
occhi. Belli i suoi; m’interrompe, ride, dice la sua, richiede quello che non
ha capito, butta lì un’analogia, mi prega di riprendere. Mi ascolta, attenta,
sino alla fine.
Sollevo il bicchiere di vino alla fine del mio parlare,
accennando un brindisi, sono al primo sorso. Mi continua a guardare, gli occhi
fissi nei miei, la guancia mollemente appoggiata su una mano, il gomito sul
bordo del tavolo, la posizione elegante ma al tempo stesso rilassata.
Si ridesta che sono al secondo sorso di vino, allunga la
mano affusolata verso il suo bicchiere e lo porta alle labbra. Labbra che si
schiudono, deliziose, così prive di trucco, inumidite dalla sera.
Improvvisamente si ferma, il bicchiere alto, si protende
verso di me, anche io mi avanzo dal lato opposto del lungo tavolo, non voglio
baciarla ma lo sto già immaginando. Mi dice con una voce morbida ed occhio
intrigante:
Quanti anni hai per sapere tutte queste cose?
Il mio braccio trema impercettibilmente, una goccia di vino
mi cola dall’angolo destro della bocca. Lei si bagna le labbra nel suo
bicchiere.
La goccia si stacca e precipita al rallenty verso la
tovaglia bianca.
La goccia cade, penso a quella fase detta con spontanea e
innocente meraviglia, detta non per offendere ma per dare valore alle cose
dette. Detta per ingenua curiosità, per
freschezza dell’essere, per spensieratezza, in una sola parola per
giovinezza.
La goccia si schianta silenziosa sulla tovaglia allargandosi
in una piccola macchia rossa che si dirama nella trama sottile del
cotone.
Ho cinquant’anni appena compiuti, dico e subito mi pento della
patetica precisazione dell’appena compiuti, sai che differenza dal suo punto di
vista.
Non nascondo mai chi sono nel virtuale, figuriamoci nel
reale, poi del resto “L’arte di invecchiare” di
Schopenauer l’ho già letto.
Colmo della sfiga un'altra mia amica, quasi coetanea, ha sentito
la domanda, per questo da una manciata di giorni continua a prendermi per il
culo, sarà mica gelosa?
Decido di mettere alla prova l'amica, la provoco inviandogli
la precedente cronaca della serata:
·
rifiuta, secondo me mentendo, l’attribuzione del
sentimento di gelosia;
·
ammette, da donna a me coetanea, un senso d’invidia
per come ho descritto la gioventù della destinataria del mio parlare.
Il passaggio
successivo è inviare la stessa cronaca al personaggio principale, a quella ragazza
semplicemente carina.
Il giorno stesso arriva la risposta:
Caro Marco, ti
ringrazio per l'omaggio letterario, davvero gradito e molto bello.
Comunque, per amor di
verità, ho fatto quella domanda non seriamente, ma solo per fare una battuta
perché stavi raccontando, con perizia, di tempi nei quali ovviamente non potevi
aver vissuto ...
Non mi sarei mai
permessa di fare una simile domanda sul serio, non per educazione, ma perché
non ho mai badato molto all'età delle persone con cui mi trovo bene.
In ogni caso, quella
parte del racconto è davvero forte, la goccia di vino al rallentatore ...
Quando pubblico la
cronaca della serata sul mio primo blog, dieci anni fa, si scatena molto
interesse:
·
messo in secondo piano l’elogio alla giovinezza
che esso intrinsecamente rappresenta;
·
glissato sul suo eventuale valore letterario;
·
sorvolato sul ritmo narrativo che accelera e
rallenta sino a dilatarsi all’inverosimile con la goccia che cade;
i commenti che in separata sede ricevo sono solo del tipo
seguente:
·
Sto
seguendo il tuo blog, tipo soap opera … Dai scrivi la prossima puntata ci stai
tenendo col fiato sospeso.
·
Riuscirà
il nostro eroe ad uscire da solo con la trentenne carina? Quali i futuri sviluppi
… Si accettano scommesse.
·
Come non
c'è altra puntata? Noi lettori che facciamo? Rimaniamo colla suspense? Ce la
farà o non ce la farà?
Non ho mai scritto la
seconda puntata.
E' come quando si legge un libro o si guarda un film invece di soffermarsi sulle emozioni che l'autore vorrebbe trasmettere,gustare la trama mano a mano che si sviluppa, coglierne il senso, si legge con superficialità, si vorrebbe arrivare già alla fine della storia, se gli "eroi" vinceranno, se ci sarà un seguito. I commenti...come il pubblico del web spesso abituato a leggere il gossip o vedere soap opera in tv.:-)
RispondiEliminaIl gossip vince sempre
RispondiEliminaMa certo, perchè il gossip incuriosisce, distrae dai problemi del nostro quotidiano, come detto anche da Paola. Prendi ad esempio Albano, Romina e la Lecciso che sono sono sotto i riflettori dei rotocalchi,e riviste di gossip, come finirà, se finirà, quando finirà, difficile resistere alla curiosità di dare anche solo una sbirciatina :-)
EliminaOnestamente di albano, romina e lecito nun me ne po frega' de meno. Non lo capisco il gossip, soprattutto quello rivolto ai presunti VIP
EliminaMa come Signorini e company ci campano sul gossip!:-) volte penso che siano proprio gli stessi vip a contribuire al gossip, diffondere notizie, farsi beccare da paparazzi per far parlare di sé, altrimenti cadrebbe nel dimenticatoio.
EliminaMa come Signorini e company ci campano sul gossip!:-) volte penso che siano proprio gli stessi vip a contribuire al gossip, diffondere notizie, farsi beccare da paparazzi per far parlare di sé, altrimenti cadrebbe nel dimenticatoio.
Eliminaho letto tutto d'un fiato, quasi incespicando sulle parole come stessi parlando, per poter arrivare alla fine e leggere l'evolversi della storia, ma ahimè, le ultime righe hanno fatto svanire ogni speranza...peccato... per cui, la curiosità mi porta a chiederti se non sono troppo indiscreta, com'è andata a finire?...sembrerà retorica, ma tutto quello che riguarda le vite altrui, induce nolente o volente curiosità, perche immedesimarci nelle vicissitudini altrui, ci fa evadere un po dal nostro quotidiano, dandoci quella boccata di ossigeno, che volendo possiamo anche chiamare gossip, ma che non fa male a nessuno.
RispondiEliminaMai più rivista
EliminaEcco, proprio quello che temevo:-)...
EliminaMa non è andata finire male, RIDO, cambiato soggetto destinatario delle mie mire l'epilogo è nel post successivo :-)
Eliminami piace il tuo dire "destinatario delle mie mire":-)...
Elimina;-)
EliminaChe peccato…
RispondiEliminaEd io che immaginavo già il sequel dieci anni dopo con tanto di sbavate di pastina o semolino. Certo anche quelle al rallentatore…
:-)
Vuoi il rallenty? Lo avrai prossimamente :-)
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