domenica 22 aprile 2018

Andragogia

La formazione degli adulti è cosa con la quale mi misuro da anni, con successo.
Probabilmente è stata la prima forma di educazione in senso sistemico. 
Tutti i grandi docenti (magister) dei tempi antichi: Aristotele, Socrate, Cicerone, Confucio … (l’elenco potrebbe essere lunghissimo) insegnavano ad adulti e non ai bambini. 
Grazie alle loro esperienze con gli adulti, questi discenti consideravano l'apprendimento come un processo di ricerca attiva, non come una ricezione passiva di contenuti, ed inventarono di conseguenza tecniche per coinvolgere attivamente i discenti.
Diversamente le prime scuole apparse in Europa nel VII secolo avevano come scopo principale l'indottrinamento ai dogmi della fede di monaci e sacerdoti, per cui elaborarono metodologie diverse. 
Ne è derivata una pedagogia che attribuisce al docente (insegnante) la piena responsabilità delle decisioni riguardo ai contenuti, le modalità e la valutazione di tutto quello che verrà appreso. 
Si tratta di un'istruzione guidata dal docente, che lascia al discente il ruolo subordinato consistente nel seguire le istruzioni del primo.

In relazione alla formazione degli adulti ho imparato una parola nuova: andragogia.
Indica una teoria dell'apprendimento ed educazione degli adulti incentrata sulla comprensione della diversità di bisogni e interessi degli adulti rispetto a quelli dei bambini. 
Il termine andragogia è stato coniato, in contrapposizione a quello di pedagogia, nel 1833, in Germania, da Alexander Kapp. 

Ho così scoperto che, pur senza conoscere il termine, ho istintivamente applicato nelle esperienza d’aula qualcuno dei suoi presupposti fondamentali, codificati da Malcom Knowles, uno dei massimi esponenti dell’andragogia.

BISOGNO DI CONOSCERE
Gli adulti sentono l'esigenza di sapere perché occorra apprendere qualcosa. 
Quando gli adulti iniziano ad apprendere qualcosa per conto loro esaminano attentamente i vantaggi che trarranno dall'apprendimento: migliorare l'efficienza della propria performance o la loro qualità di vita. 

CONCETTO DI SÉ DEL DISCENTE
Quando una persona diventa adulta, il concetto di sé passa da un senso di totale dipendenza ad un senso di crescente indipendenza ed autonomia. 
L’adulto deve sentire che il proprio concetto di sé come discente viene rispettato dal docente e quindi deve essere collocato in una situazione di autonomia. 

RUOLO DELL'ESPERIENZA
Mentre per i bambini l'esperienza è qualcosa che capita loro, per gli adulti essa rappresenta chi sono; essi cioè tendono a derivare la loro identità personale dalle loro esperienze. 
Da qui deriva l’enfasi posta nella formazione degli adulti sull'individualizzazione delle strategie d'insegnamento, sulle tecniche esperienziali piuttosto che trasmissive e sulle attività di aiuto tra pari. 
La maggiore esperienza può avere tratti negativi nel senso di: maggiore rigidità mentale, prevenzione, chiusura rispetto a idee nuove o diverse modalità di approccio. 
In aggiunta qualsiasi gruppo di adulti sarà più eterogeneo (background, stile di apprendimento, motivazioni, bisogni, interessi e obiettivi) di quanto non accada con gruppi di bambini. 

DISPONIBILITÀ AD APPRENDERE
Quanto è insegnato dal docente deve migliorare le competenze e deve poter essere applicato in modo efficace alla vita quotidiana del discente adulto. 

ORIENTAMENTO VERSO L'APPRENDIMENTO
Non deve essere centrato sulle materie ma sulla vita reale. 
Gli adulti infatti apprendono nuove conoscenze, capacità di comprensione, abilità e atteggiamenti molto più efficacemente quando sono presentati in questo contesto. 
Questo punto ha un'importanza cruciale nelle modalità di esposizione del docente, degli obiettivi e nei contenuti definiti e nella progettazione più generale dell'intervento formativo. 

MOTIVAZIONE
Nel caso degli adulti le motivazioni interne sono in genere più forti delle pressioni esterne. 
Gli adulti sono motivati a continuare a crescere e a evolversi, ma questa motivazione spesso viene inibita da barriere quali un concetto negativo di sé come discente, l'inaccessibilità di opportunità o risorse, la mancanza di tempo e programmi che violano i principi dell'apprendimento degli adulti. 

Sintetizzo la contrapposizione tra pedagogia ad andragogia nella seguente tabella. 

PEDAGOGIA
ANDRAGOGIA
II bambino all'inizio è privo di conoscenze. 
L'adulto ha un vissuto individuale importante e una formazione scolastica diversa da quella di altri adulti. 
L'insegnante conosce i programmi ed ha idee precise su come trasferirli alla classe. 
II formatore non ha alcuna idea delle conoscenze e non sa prima come trasmetterla al gruppo 
L'esperienza personale del bambino e modesta. 
L'esperienza dell'adulto è superiore alla conoscenza che riceverà in aula. 
L'insegnante cerca di portare la classe al livello superiore. 
II formatore dell'adulto sa che ogni partecipante arriverà con percorsi diversi. 
La motivazione ad imparare è legata al voto. 
La motivazione è legata all'interesse per I'argomento. 


Mi chiedo se alcune delle difficoltà in cui si dibatte il mondo della scuolasuperiorenon siano legate all’applicare ai giovani principi adatti ai bambini.
Potrebbe l’andragogia portare ad un maggiore interesse e coinvolgimento degli studenti più grandi, oggi fortemente demotivati?


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