giovedì 5 aprile 2018

Mobilis in mobili – 1872, Francia, Libro sulla Talpa-marina


Poco dopo l’inventore della Talpa marina parte per la Francia, non tornerà più in Sardegna.

Perché?

·         Sarà perché noi Italiani siamo ben giovani e paurosi nel saper profittare delle stesse nostre forze?

·         O per i dubbi e le critiche negative ricevute?

Qualche traccia lo dimostra impegnato in affari a Parigi, da qui risponde alle critiche mossegli sulla rivista Il Genio Civile, su carta intestata con la dicitura:

Glacerie Italienne – 236 R.du Fg. St. Martin – Paris.

Pensava che la Talpa marina gli avrebbe fruttato meno di ghiaccio e gelati?

No di certo, infatti in Francia, a Parigi, viene decisa la costruzione di una seconda Talpa-marina, questa seconda macchina:

·         permetterà di scendere ancora più a fondo;

·         verrà dotata di lampade che per illuminare gli abissi marini, grazie all’eccitante novità di quegli anni, cioè l’elettricità, in modo da poter operare anche a profondità dove la luce non arriva;

·         sarà in grado di raccogliere materiali preziosi, come i coralli, ed effettuare missioni di recupero di navi affondate.

In aggiunta l’inventore della Talpa marina deve anche difendersi dalle accuse di aver copiato l’idea, visto che, nello stesso periodo, appaiono invenzioni tra loro molto simili.

Per fugare i dubbi sulla paternità dell’invenzione, nel 1872 scrive un libro, La Talpa-marina, dove:

·         risponde puntigliosamente alle confutazioni dei suoi esperimenti;

·         sostiene la priorità della sua invenzione rispetto ad altre simili.

Ciò nonostante i giornali continuano a dividersi tra gli entusiasti di questo genio italico e i diffidenti.


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