Poco dopo l’inventore
della Talpa marina parte per la
Francia, non tornerà più in Sardegna.
Perché?
·
Sarà perché
noi Italiani siamo ben giovani e paurosi nel saper profittare delle stesse
nostre forze?
·
O per i dubbi e le critiche negative ricevute?
Qualche traccia lo dimostra impegnato in affari a Parigi, da
qui risponde alle critiche mossegli sulla
rivista Il Genio Civile, su carta
intestata con la dicitura:
Glacerie Italienne – 236
R.du Fg. St. Martin – Paris.
Pensava che la Talpa marina gli avrebbe fruttato meno
di ghiaccio e gelati?
No di certo, infatti
in Francia, a Parigi, viene decisa la costruzione di una seconda Talpa-marina, questa seconda
macchina:
·
permetterà di scendere ancora più a fondo;
·
verrà dotata di lampade che per illuminare gli
abissi marini, grazie all’eccitante novità di quegli anni, cioè l’elettricità,
in modo da poter operare anche a profondità dove la luce non arriva;
·
sarà in grado di raccogliere materiali preziosi,
come i coralli, ed effettuare missioni di recupero di navi affondate.
In aggiunta
l’inventore della Talpa marina deve
anche difendersi dalle accuse di aver copiato l’idea, visto che, nello stesso
periodo, appaiono invenzioni tra loro molto simili.
Per fugare i dubbi sulla paternità dell’invenzione, nel 1872
scrive un libro, La Talpa-marina,
dove:
·
risponde puntigliosamente alle confutazioni dei
suoi esperimenti;
·
sostiene la priorità della sua invenzione
rispetto ad altre simili.
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