Un’idea visionaria, folle, irrealizzabile, quella del mare
artificiale, che non sarà realizzata.
Nonostante il successo
dell’Esposizione parigina, si perde nuovamente interesse per la Talpa, non
tutti ne sono entusiasti, c’è anche chi scrive che la Talpa marina non è altro che una campana che si muove dall’ alto in
basso e viceversa, nulla di più.
L’inventore non si scoraggia, evita le critiche delle
stampa, preferisce il buio delle profondità marine, scrive:
Nella mia
talpa-marina, nel silenzio sepolcrale che regna nel fondo del mare, mi venne
fatto di meditare su molte cose e di risolvere molti problemi.
Della Talpa marina si
riparla solo molti anni dopo, nel 1882, quando a Cagliari si riuniscono i
soci della Società della Talpa marina,
nata per l’estrazione del corallo sull’isola di San Pietro, per accettare la
proposta di un francese che rileva tutto.
Sulla La Stampa
del 26 marzo 1882 si legge:
Era un pezzo che
nessuno più parlava della Talpa-marina
Ecco dunque un’altra
invenzione italiana che sarà sfruttata dagli stranieri.
Sembra una storia
contemporanea:
·
un geniale inventore italiano, incompreso,
·
che non trova capitali nel suo paese,
·
che la stampa critica,
·
con gli stranieri che fiutano l’affare,
·
comprano e portano via le idee…
Non è proprio così!
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