giovedì 28 giugno 2018

Svogliatezza e confusione

Che palle, è inizio maggio, sono appena tornato da Ischia dove ho festeggiato i miei 50 anni, non ho voglia d’andare a Milano per una trasferta di lavoro.
Daniela m’ha incastrato chiedendomi, non solo di partecipare al convegno che sta’ organizzando, ma pure di aprirne i lavori con un intervento e perfino presenziare alla cena sociale la sera prima, cosa che mi costringe a partire di domenica.
Domenica pomeriggio a Roma c’è un’afa terribile, piove sabbia mentre sto andando verso l’aeroporto. 
Avrei preferito rimanermene rintanato a casa, come ho fatto ieri per tutto il sabato, sbracato sotto la pala coloniale che domina il mio letto, regolata a forza III, quella che regala impetuosi refoli di frescura.
Parto svogliato, accaldato dall’abito fresco lana antracite, un ossimoro la dizione fresco lana, strangolato dalla cravatta indossata sopra una pressoché inevitabile camicia azzurra di cotone. 
Almeno ha una trama originale, costituita da fittissime e sottilissime righe orizzontali, alternate bianche e azzurre, impercettibili a vedersi, con il solo effetto di schiarire l’azzurro. 
Unica deroga all’inevitabile omogeneità del vestire maschile da “manager “che mi concedo, sono i cangianti colori della cravatta Missoni che ho scelto.

Parto avvilito dall’umido maltempo, annoiato, sconnesso, tanto che mi scordo di prendere l’invito per la cena, limitandomi al biglietto aereo e al voucher dell’albergo.
Inevitabilmente l’aereo tarda un’ora e mezza a partire. 
Avrei letto il buon libro di Paul Auster, “Follie di Broklin”, che mi sono portato da iniziare, ma in quello stesso tempo che attendo il gate da cui dovrei partire cambia ben quattro volte, tutta l’attenzione è rivolta a capire da dove dovrò imbarcare sull’aereo.
La cosa migliore del viaggio verso Milano sono i salatini, mi sono offerti da una hostess sorniona: entrando mi ha fatto una battuta lanciandomi una simpatica occhiata, forse era un complimento ma, l’ho detto, parto svogliato e confuso, non l’ho recepito.

Arrivo in albergo alle 20.00, appena in tempo per la cena fissata per le 20.30. 
Lì alla reception consegnato il voucher e l’unico documento d’identità, realizzo di non avere la minima idea di dove si svolgerà la cena cui sono stato invitato. 
Per questo chiedo al portiere se ci sono messaggi per me da parte di Daniela, la donna che per conto dell’organizzazione del convegno mi ha invitato, facendomi avere il biglietto aereo, la prenotazione alberghiera e l’invito per cena che ho scordato. 
Il portiere solerte m’informa che non ci sono messaggi ma che Daniela è già arrivata in albergo e alloggia nella stanza 121. 

3 commenti:

  1. Risposte
    1. Pensa che da allora è passata una decina d'anni, per cui adesso Lui dovrebbe essere verso l'ottantina...

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    2. Dipende dalla bAse numerica adottara, se si assume 60, On my way! Per contare i secondi ho 10 anni

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