lunedì 11 giugno 2018

Carbonara – Il libro di mia madre, Il Talismano della felicità di Ada Boni, 1929

Il “Talismano della felicità“, di Ada Boni (Roma, 1881 – Roma, 1973), gastronoma italiana, edito nel 1929 dalla casa editrice Colombo, di Roma, ma pubblicato per la prima volta dalle Edizioni della rivista Preziosa nel 1925, è stato molto probabilmente il primo manuale di cucina in lingua italiana rivolto esplicitamente alle spose. 
Nella prefazione alla prima edizione, l'autrice scrive, a conclusione di un’esaltazione della "donna moderna" che s’inserisce nella società con ruoli e competenze precise: 
"Ma, ahimè, non certo tutte, facendo un piccolo esame di coscienza, potreste affermare di saper cuocere alla perfezione due uova al guscio". 

Il noto manuale di cucina comprende una raccolta di ricette pubblicate da Ada Boni fin dal 1915 ed è arrivato nel 1999 alla settima edizione. 
Le successive edizioni sono state sottoposte a un attento lavoro di aggiornamento, richiesto dall'evoluzione del gusto e dalle nuove tecnologie di preparazione e di conservazione dei cibi, ma sempre nel rispetto dell'impianto originario dell'opera.

Ancora oggi il celeberrimo Talismano è un manuale venduto specialmente in primavera, il periodo in cui si concentrano i matrimoni. 
La stagionalità nelle vendite è appunto, secondo la guida del Gambero Rosso, un segnale che il libro rimane un classico regalo di nozze. 

Sempre il Gambero Rosso elogia le ricette di Ada in quanto sempre attuali ed estremamente dettagliate.
L’edizione in mio possesso, pubblicata prima della II guerra mondiale, era di mia madre che in verità non mai cucinato e me lo ha regalato quando andai a vivere da solo a 24 anni.
Nel libro, nella edizioni in mio possesso, non ho trovato alcuna traccia di un piatto chiamato “carbonara” o con gli ingredienti che ora gli attribuiamo:
  • uova, 
  • pancetta o guanciale, 
  • pecorino.
  • pepe.

Questo m’induce a sospettare che l’invenzione della Carbonara sia successiva alla seconda guerra mondiale.

8 commenti:

  1. Cerrrrtooooo l'uomo va preso per la gola! :-)) O meglio un tempo si pensava così e alla novella sposa erano richieste capacità in cucina. Io mi sono sposata che non sapevo cucinare,imparai( più o meno)strada facendo.In effetti non so ancora oggi se so cucinare perfettamente due uova al guscio. Cioè alla coque, sode?Le cucino a modo mio, nessuno si lamenta...gli conviene!Però in effetti ci sono tempi canonici da rispettare per una cottura perfetta. So che non vincerei mai una "prova del cuoco" ma finora la famiglia apprezza quel che preparo :-)).

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    1. Ho iniziato a cucinare a 14 anni, a mia madre non piaceva ed i suoi risultati erano noiosi e sciatti. Quindi la palla era passata a mio padre e me, mia sorella come mia madre non a mai cucinato veramente. Poi quando sono andato a vivere per conto io ero solo e quindi ho affinato l’arte.

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    2. Insomma se si vuol mangiare quello che si desidera occorre imparare a farselo, sembra che oggi sempre più spesso si sanno arrangiare in cucina, ai tempi era raro, prendi mio madre non sa fare niente a malapena far bollire la pasta, ai fornelli c'è sempre stata mia madre anche se lavorava fuori casa, come da tradizione.

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    3. Una figlia con due madri? RIDO

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    4. Vabbè esistono anche le famiglie arcobaleno, ma io ho scritto una cassata, cioè volevo scrivere "padre" invece è saltata fuori una madre in più eppure mi pareva di aver scritto padre...boh!:-) però rido pure io.

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  2. Non avrei mai pensato che ancora oggi alle future spose vengono regalati manuali di cucina.

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  3. Però pensandoci bene...la felicità inizia anche a tavola, i piatti già pronti da riscaldare nel microonde, la fretta di consumare...non favorisce una buona intesa famigliare.

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    1. Verissimo,ansiare assieme è socialitae relazione.

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