La mia personale ricetta dell'”Amatriciana” (dose per 4 persone) prevede i seguenti ingredienti:
- 500 g di bucatini;
- 125 g di guanciale, rigorosamente un quarto del peso della pasta;
- un cucchiaio di olio d’oliva extravergine;
- 4 cucchiaini di aceto di vino rosso;
- 6 o 7 pomodori San Marzano o 400 g di pomodori pelati;
- pepe nero, imprescindibilmente da grattugiare al momento;
- 100 g di pecorino dei Monti Sibillini o dei Monti della Laga, anch’esso da grattugiare al momento;
- sale marino.
Spesso per l’”Amatriciana” si usa il pecorino romano, questo è un errore grossolano; tanto quanto usare la pancetta, se non peggio, è importante usare il guanciale, solo con esso la pasta avrà una delicatezza e una dolcezza insuperabili.
Come detto l'amatriciana trae origine dalla pasta alla gricia; questo nome deriva da un piccolo paesino a pochi chilometri da Amatrice di nome Grisciano.
Basta vedere la posizione dei due paesi di Amatrice e di Grisciano per capire che il pecorino da usare non può essere quello romano, ma piuttosto quello tipico della zona dei Monti Sibillini o dei Monti della Laga, dal sapore totalmente diverso e di origini diametralmente opposte.
Citando il disciplinare del pecorino romano infatti:
“La zona di provenienza del latte destinato alla trasformazione del formaggio pecorino romano comprende gli interi territori delle regioni della Sardegna, del Lazio e della provincia di Grosseto”.
In alternativa, per delle varianti su tema che non possono fregiarsi del titolo di “Amatriciana”, uso:
- pancetta affumicata, pecorino romano e cipolla di tropea, che addolcisce il gusto in luogo del guanciale, che solitamente accompagno a mezzi rigatoni;
- o, addirittura, speck al posto del guanciale, in quest’ultimo caso sostituendo il pepe nero con la paprica ed usando cannolicchi rigati, da ripassare nel coccio dopo averli scolati e conditi.
In una padella preferibilmente di ferro, con olio, pepe nero, mettere il guanciale tagliato a pezzetti (dadini).
Rosolare a fuoco vivo.
Aggiungere l’aceto.
Aspettare sino alla sua evaporazione.
Togliere dalla padella i pezzetti di guanciale, sgocciolare bene e tenerli da parte possibilmente in caldo, si evita così il rischio di farli diventare troppo secchi e salati mantenendoli più morbidi e saporiti.
Unire i pomodori tagliati a filetti e puliti dai semi; meglio sbollentarli prima cosi si toglierà più facilmente la pelle e poi tagliarli.
Mettere sale, mescolare e dare qualche minuto di fuoco.
Rimettere dentro i pezzetti di guanciale, dare ancora una rigirata alla salsa aggiungendo circa il 50% del pecorino grattugiato, il restante si aggiungerà a fine preparazione.
Lessare intanto la pasta, bene al dente, in abbondante acqua salata, non troppo soprattutto se si vuole eccedere con il pecorino.
Scolarla e metterla in una terrina aggiungendo il pecorino grattugiato avanzato.
Attendere qualche secondo e poi versare la salsa.
Rigirare e, per chi lo desiderasse, spolverare a parte con altro pecorino una volta servite le porzioni, grattugiare infine sulla pasta calda ancora del pepe che il suo profumo svampi con il calore del piatto.
Buon appetito.
dopo aver letto la ricetta mi sono resa conto che la mia versione non è uguale, perché alcuni accorgimenti non li conoscevo...la prossima volta cercherò di seguirne passo passo la tua versione, per vedere se il gusto è lo stesso di quando l'assaggiai per la prima volta in una trattoria di Viterbo...
RispondiEliminaPer caso nella tua manca l’uso dell’aceto?
RispondiEliminaassolutamente si, non sapevo se ne prevedesse l'uso, (anzi ad essere sincera non l'avrei mai immaginato)...
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