martedì 17 luglio 2018

Materia/Antimateria-Letteratura Italiana

In piena guerra fredda, un dibattito etico divide il mondo della fisica.
Nel blocco Occidentale, negli anni ‘40, i fisici si dividono in due gruppi: 
·     quelli che stanno con Robert Oppenheimer, il creatore della bomba atomica, credono che una bomba più distruttiva, come quella H sia pericolosa e non necessaria;
·     quelli dalla parte di Edward Teller ritengono di dover creare un'arma così distruttiva.
La comunità scientifica è quasi interamente dalla parte di Oppenheimer, il presidente USA Truman è invece dalla parte di Teller, inevitabile che la bomba H Usa divenga realtà.
Nel Blocco Orientale, dagli anni ’50 ai ’70, il dilemma etico è principalmente interno ad un'unica persona, Andrej Dmitrievič Sacharov:
·     prima ha aderito al progetto di costruzione della bomba H;
·     poi ne ha contestato l’utilizzo ed ha preso le distanze dal regime sovietico.
Molti anni dopo lo scrittore Leonardo Sciascia s’interessa a questa contrapposizione tra Etica/Scienza a seguito di un particolare incontro. In Svizzera, alla presenza anche di Alberto Moravia, ha conosciuto Emilio Segrè, membro del gruppo dei “Ragazzi di via Panisperna” guidato da Enrico Fermi, che vanta a il suo indiscutibile ruolo nel Progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica durante la seconda guerra mondiale. Questo incontro colpisce Sciascia che ne scrive nei termini seguenti:
 “… Dopo aver casualmente sentito un fisico [Emilio Segré]parlare con soddisfazione ed entusiasmo persino delle bombe che avevano distrutto Hiroshima e Nagasaki. 
Per indignazione, dunque; e tra documenti e immaginazione, i documenti aiutando a rendere probante l’immaginazione, avevo fatto di Majorana il simbolo dell’uomo di scienza che rifiuta di immettersi in quella prospettiva di morte cui altri, con disinvoltura a dir poco, si erano avviati.”
Ettore Majorana (1906 – 1938, morte presunta) è un altro fisico (teorico, Segré è uno sperimentale) del gruppo dei “Ragazzi di via Panisperna”, che si è occupato della teoria di meccanica quantistica relativistica di Dirac, di elettroni e positroni e dei loro decadimenti. La sua improvvisa e misteriosa scomparsa nella primavera del 1938, suscita numerose speculazioni che si trascinano sino ad oggi riguardo al possibile suicidio, o allontanamento volontario, o più fantasiose ipotesi, e le sue reali motivazioni, a causa anche della sua personalità e fama di geniale fisico teorico, non a caso Enrico Fermi lo ha paragonato a geni come Galilei e Newton.
Per il suo romanzo del 1975, “La scomparsa di Majorana”, il siciliano Sciascia sceglie il conterraneo Majorana come contraltare etico di Emilio Segrè, quale esempio dello scienziato che, di fronte al pericolo che le proprie scoperte possano venire usate a fin di male, rinuncia a renderle note, e si ritira nell’ombra. Tale contrapposizione simbolica è essenzialmente una finzione letteraria, lo stesso Sciascia definisce il suo racconto un “misto di storia e di invenzione”: così che, confondendo volontariamente l’essere con il dover essere, Sciascia arriva ad attribuire a Ettore anche qualità, interessi e decisioni funzionali alla trasformazione della vicenda di Majorana in emblema del comportamento dello scienziato “buono” di fronte ai problemi posti dal progresso scientifico. 
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Nel gruppo dei “Ragazzi di via Panisperna” c’è stato davvero chi, sapendo del Progetto Manhattan, abbandonò la fisica: il fisico sperimentale Franco Rasetti diviene un paleontologo di rinomanza internazionale, poi un botanico.

2 commenti:

  1. La bomba atomica ha senz'altro contribuito alla fine della seconda guerra mondiale e resa del Giappone.Vien da domandarsi se chi progetta armi tanto distruttive e letali poi si rende veramente conto di cosa significano morte e distruzione, esseri umani vittime di "giochi politici" du chi cimanda,quindi ci sta che scienziati e fisici vengano presi da scrupoli etici e morali e si dedichino poi ad altro. La scienza e la fisica dovrebbe essere al servizio costruttivo dell'uomo e non mezzo di distruzione. Ho visto recentemente un documentario sulle ultime ore di Hiroshima e Nagasaki...vedere la documentazione storica e gli effetti a seguito dello sgancio...una mano sulla coscienza... è veramente impressionante. Il potere della distruttivo e i racconti dei sopravvissuti...terribili istanti in cui qualcuno decide in nome di una guerra o in previsione di una futura resa e pace il destino di centinaia e migliaia di persone, vittime civili, che non hanno nulla a che vedere con la guerra, che sono comunque in balia delle decisioni di chi li governa.
    D'altra parte forse la coscienza di disporre di tali mezzi distruttivi possono essere un deterrente a nuove guerre sempre che certe armi restino in mani di parsi che qualche scrupolo di coscienza c'è l'abbiano e non finiscano in mano di paesi fanatici e distruttivi.

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    1. In "mani di persone", non "parsi", maledetto correttore :-) vabbè il senso di capisce ugualmente :-)

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