domenica 22 luglio 2018

E’ tornato il folletto, per farmi viaggiare indietro nel tempo! - 7 gennaio 1972

Quasi un anno dopo aver incontrato la prima volta il folletto, investo ben 3.500 lire, un piccolo capitale considerato che la paghetta settimanale che ricevo è di mille lire, in un acquisto folle.
Arrivato a casa apro religiosamente l’imballo dell’acquisto e mi ritrovo a sfogliare le pagine di un comune quotidiano inglese del 7 gennaio 1972, il St. Cleve Chronicle, che leggo avido quanto incerto, penalizzato dallo studiare francese.
Mi salta agli occhi l'articolo in prima pagina dedicato a Gerald Bostock , un bambino di 8 anni nato nel 1964, soprannominato Little Milton. 
Leggo, con l’aiuto di mia sorella che con l’inglese se la cava, la cronaca del premio da lui vinto in un concorso di poesia con un poema intitolato “Duro come un mattone”.
Premio poi strappatogli per aver pronunciato una sconosciuta parolaccia durante una trasmissione televisiva. 
Nelle pagine interne, cercando tra gli svariati articoli e le fotografie, saltando la sezione sportiva, svicolando tra i cruciverba e giochetti vari, leggo lo scritto di Bostock.
All’interno del giornale un vinile, un LP 33 giri, che religiosamente deposito sul piatto dell’impianto Hi Fi di mio padre sino a quel giorno a me inaccessibile.
Abbassata con attenzione la puntina per non rigare il vinile, grazie al comando idraulico del piatto, nel buio del salone, anche quello pressoché impraticabile, stravaccato su un divano di cuoio, chiudo gli occhi.
Un arpeggio di chitarra segna l’inizio, sopraggiunge la voce del folletto.
Mi perdo fluttuando su quelle note che riprendono il testo dei quel poema “Duro come un mattone”.



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