domenica 15 luglio 2018

Materia/Antimateria-Filosofia

Anche se Fisica e Filosofia seguono percorsi diversi (da dopo Galileo Galilei che ha spaccato la precedente filosofia naturale in scienza e filosofia), entrambe si prongono di comprendere il reale identificando i principi regolatori dell’universo. La simmetria, o meglio l’asimmetria tra materia e antimateria richiama alla memoria e suggerisce un legame con alcuni argomenti basilari, quali identità, differenza, opposizione, che hanno animato il pensiero filosofico, dall’antica Grecia ad oggi. La filosofia sua continua ricerca della “verità” (esiste veramente una verità unica ed oggettiva?) si è più volte interrogata su concetti antagonisti quali “essere”/ “non-essere”, per approdare all’idea di una realtà frutto della sintesi di concezioni opposte.


Per Parmenide, filosofo greco del V° secolo a.C., che per primo parla di “Non Essere” (per analogia assimilabile all’antimateria, dove l’essere è la materia):
·     il principio della realtà, al di fuori di una concezione del divenire, è l’essere;
·     il “non essere” non lo si può neppure pensare.
Posizione che, filosoficamente, giocherebbe a favore di una sostanziale non esistenza dell’antimateria, senza interazione alcuna con il mondo dell’essere, ossia la materia.


Eraclito, anche lui filosofo greco del V° secolo a.C.,in alternativa a Parmenide, ritiene che: 
·     la realtà è costituita da un nesso profondo, esemplificato nella contrapposizione amore/odio, per cui ogni cosa non permane dentro di sé ma è soggetta ad essere travolta e a trasformarsi nel suo opposto;
·     la struttura della realtà è conseguenza del costante rovesciamento di una cosa nella propria opposta (come materia/antimateria che si annichilano/creano). 
Nel pensiero di Eraclito vi è pertanto il tentativo di coniugare l’essere e il non essere parmenideo introducendo il principio della differenza. In altri termini, il “non essere” è il diverso, non l’assenza della realtà bensì la compresenza. 
Materia e antimateria non rientrano esattamente nel modello di Eraclito, in quanto una non si trasforma nell’altra, ma sono coesistenti ed energeticamente opposte, in qualche modo, fanno parte di una realtà che si struttura sull’opposizione e non sulla coincidenza o sull’identità.


Hegel (1770 –1831), filosofo tedesco, sostiene che:
·     la modernità è scissione. 
·     Il superamento della scissione è la dialettica, ovvero interazione, come movimento obbligato che costringe le parti scisse, separate, a superare la loro astrattezza ed entrare reciprocamente in relazione. 
Possono applicarsi questi concetti alla fisica della materia e dell’antimateria? E’ lecito dubitarne, rimane curiosa l’analogia tra le proposizioni filosofiche che si dibattono in un mondo di opposti e che ricercano quiete in un momento di sintesi e il mondo della materia e dell’antimateria, in cui il punto di ricongiunzione è energia pura.
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Fisica e filosofia, che sembrano oggi divaricare i loro percorsi, eleggendo a temi privilegiati chi la natura e chi l’uomo nella sua interiorità, ritrovano sorprendenti convergenze nelle modalità intellettuali per interpretare il mondo reale. 

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