sabato 14 luglio 2018

Materia-Antimateria-Architettura

L’introduzione di Materia/Antimateria e numeri Positivi/Negativi aumenta la simmetria delle discipline che trattano questi enti:
·     Si potrebbe dire che la fisica classica è asimmetrica, differenzia nettamente tra spazio e tempo;diversifica tra massa ed energia e distingue tra onde e particelle;prevede la sola materia, senza un suo alter ego,
·     La relatività generale e meccanica quantistica introducono la simmetria, spazio e tempo divengono interscambiabili per diversi osservatori; energia e materia si equivalgono, potendosi mutuamente trasformare l’una nell’altra; onde e particelle sono rappresentazioni duali del diverso modo di manifestarsi dei medesimi costituenti elementari della realtà;alla materia corrisponde l’antimateria.
Il percorso della fisica è quindi sintetizzabile in:                   asimmetria -> simmetria.
Il percorso dell’architettura è in qualche modo inverso:      simmetria -> asimmetria.



Il linguaggio classico dell’architettura è simmetrico, fondato per deduzione su principi “immortali” codificati da Vitruvio, architetto e scrittore romano (80 a.C. – 15 a.C.). 
Tra questi principi emerge la simmetria, ordinata distribuzione delle parti di un edificio, di una struttura, di un’opera d’arte, tale che si possa individuare un elemento geometrico (un punto, una linea, una superficie) in modo che a ogni punto dell’oggetto posto da una parte di esso corrisponda, a uguale distanza, un punto dall’altra parte.La divisione in due di un edificio, in base ad un asse, generalmente verticale:
  • lo rende assolutamente semplice da comprendere: 
  • al tempo stesso ne “immobilizza il movimento”, come se l’edificio non avesse più altro da dire. 



Il linguaggio moderno dell'architettura, libro del 1973 di Bruno Zevi (1918 – 2000), con una prosa ardente, entusiasta, talvolta dura, mai banale, formula un linguaggio dell’Architettura che elabora induttivamente (invece che deduttivamente come è stato l’approccio di Vitruvio), per "differenza" rispetto al “classico”, un sistema di "criteri" in grado di definire perfettamente ciò che si intende per "moderno". Dal patrimonio dell'architettura moderna dei primi decenni del XX (di cui sono protagonisti architetti come Le Corbusier, Mies van der Rohe, Gropius, Wright, Aalto, Michelucci), Zevi estrapola induttivamente una serie di "invarianti", tipiche di un nuovo linguaggio dell’Architettura
Tra questi invarianti spicca con evidenza l'asimmetria, come fondamento del linguaggio moderno dell’architettura, in opposizione alla simmetria del codice classico. La simmetria per Zevi è il procedimento più semplice e banale: 
  • se non tutti gli edifici simmetrici sono banali, tutti quelli banali sono simmetrici;
  • gli edifici asimmetrici sono generalmente più "interessanti", più ricchi, più espressivi.
L'esempio di Zevi a riguardo è inequivocabile, se si appende un quadro ad una parete: 
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  • se lo si colloca in mezzo alla parete, si divide in due lo spazio e lo si impoverisce; 
  • se si mette a due terzi, in altezza e larghezza, sarà estremamente più interessante. 

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