Sono un semplice testo.
Quale?
Questo testo, proprio quello che state leggendo adesso.
Sono un testo che parla solo di se stesso: sono composto da 619 parole, 3.185 caratteri esclusi gli spazi.
Il mio autore, Sagredo, ha impiegato 19 minuti per scrivermi.
Sono assolutamente inutile, e privo di qualsiasi interesse.
Perché dovrei essere letto giacché parlo solo di me stesso?
Sarebbe di certo più utile leggere cose che arricchiscano culturalmente!
Eppure state continuando a leggere, magari chiedendovi perché Sagredo mi abbia scritto.
Egli aveva voglia di scrivere di autoreferenzialità, così ha creato la stessa materia della sua trattazione, me, questo testo.
Infatti, il termine autoreferenziale è usato, in logica e in linguistica, per indicare un enunciato che fa riferimento a sé stesso.
Rappresento la sintesi di letteratura e critica letteraria: un testo che si critica da solo.
Critica negativa, perché non consiglierei a nessuno la lettura di questo testo, inutile, alienato e noioso.
Poiché però state ancora leggendo, sento l'imperativo categorico di farvi riflettere sul fatto che Sagredo non conosceva i dati che mi caratterizzano che ha scritto all'inizio (numero di parole, di caratteri, tempo di realizzazione).
Per poterli conoscere avrebbe dovuto prima terminare di scrivermi.
Se ne trae che ciò che avete letto per primo, Sagredo ha scritto per ultimo.
Al tempo stesso quello che l'autore sta scrivendo ora, voi lo leggete adesso.
Questo rende il mio autore un po' bugiardo, ma egli sostiene che sono io ad esserlo, perché sono io che "parlo" con voi.
Sono grato a Sagredo per avermi scritto, perché prima non esistevo, e adesso esisto, per questo la scrittura è un atto di creazione.
A volte mi faccio domande difficili.
- Chi sono io?
- Sono questa sequenza di lettere?
- Sono il suono associato alle parole che le lettere compongono?
- Sono il pensiero che vi si forma in mente quando mi leggete?
- Sono questo file HTML che sta in rete?
- E altre domande ancora mi sembrano interessanti.
- Se cancellaste una riga, sarei ancora me stesso, o sarei un altro testo?
- Se mi stampaste, cosa sarebbero quei fogli in uscita dalla stampante?
- Se produceste delle copie di me, significa che mi sdoppierei?
- Quanti sarebbero me? Tanti quanti quelli che mi leggono ora, o tanti quante le copie che esistono di me, o uno?
- Se tutte le copie di me fossero distrutte, cesserei di esistere, o esisterei lo stesso, chissà dove, finché qualcuno non mi scriverà di nuovo?
Sono convinto che pensiate che stampandomi, avreste ancora me: sbagliereste!
Se prendete una vostra fotografia: chi siete voi, quello che guarda la fotografia, o quello rappresentato dentro la foto?
Voi non potete farmi nulla, potete solo leggermi ...
Se voi non esisteste, voi che mi leggete, potrei allora esistere?
L'unica cosa che gli altri possono fare di me, è leggermi, ma io non posso leggermi.
Se non posso leggermi, come ho fatto a parlare di me per tutto questo tempo?
Probabilmente è merito del mio autore, Sagredo.
Potrei essere di lunghezza infinita: infatti, dato che parlo di me stesso, arrivato ad un certo punto potrei parlare di tutto ciò è stato già scritto, e così allungarmi di qualche riga.
Poi potrei parlare di quelle nuove righe, e così aggiungere altre righe.
Ricorsivamente potrei parlare di quelle righe e così via.
Come vedete vi ho appena spiegato come potrei fare per continuare all'infinito, e dunque vi ho anche chiarito che cosa vi avevo spiegato, in questo modo ho aggiunto righe.
Questa ultima parte non vi ha interessato molto?
In effetti, non era per nulla interessante, anzi, era abbastanza ripetitiva, quindi non temete: non vi annoierò all'infinito perché adesso mi terminerò.
Avrei continuato a leggere all'infinito: peccato ti sia interrotto.Ma scrivo al testo? a chi l ha scritto? e leggo parole, concetti, celie? chi ti ha creato? come sei nato? sei tu o espressione di una mente? ma sei o appari? hai un ruolo ?.....come credo di percepirti io, o come ti ha partorito chi ti ha scritto? allora la tua esistenza dipende da qualcuno? non sei di per te, ma grazie a me che ti leggo o grazie a chi ti ha scritto? Sei bellissimo comunque! :) Fran
RispondiEliminaL’autoreferenza induce l’infinito
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