mercoledì 21 marzo 2018

Sagredo incontra la Fisica

Nel 1973 al liceo, ho iniziato a studiare fisica seriamente, fortunatamente inserito in una classe sperimentale che si occupava di Relatività Ristretta.
 
Nel 1976, in quinto liceo Scientifico ho tenuto il mio primo seminario, rivolto a studenti del triennio, sul concetto di tempo all’interno nell’ambito della Fisica Classica, Relativistica e Quantistica.
 
Mi sarebbe piaciuto occuparmi di filosofia naturale, quell'amalgama di Filosofia e Fisica interrottasi nel 1638 con Galileo, che tracciò la rigida demarcazione tra le due discipline.
Sono stato figlio dei miei tempi, nel rispetto di quel metodo scientifico affermato da Galileo, ho scelto di studiare fisica teorica, concedendomi il vezzo di pensare che, in una futura età di mezzo, mi sarei laureato in Filosofia della Scienza, così da riunire, a mio modo, Fisica, Metafisica ed Epistemologia, in un unico interesse: quello per la conoscenza.
 
Mentre studiavo Fisica all’Università La Sapienza, quel primo seminario sul tempo è stato rivisto, è cresciuto, è stato replicato diverse volte tra il 1978 ed il 1982, erogato a favore di Professori e Studenti del Liceo Scientifico da cui ero uscito.
 
Parallelamente è diventato un corso per studenti universitari della facoltà di filosofia dell’università La Sapienza, erogato per un semestre di due anni accademici consecutivi, poco prima della mia laurea in Fisica conseguita nel 1982.
 
Il mio ultimo anno di Fisica, è stato quello in cui ho capito che:
  • la sequenza ininterrotta di 30 o 30 e lode,
  • l'ammirazione di molti studenti della facoltà che mi vedevano, assieme a pochi coi quali ci alternavamo, essere sempre i primi a dare l'esame con il massimo dei voti,
  • il riconoscimento di molti professori,
  • le ricche borse di studio dell’Accademia dei Lincei che inanellavo,
tutto ciò, non mi abilitava a fare il fisico, ero un eccellente studente ma non avevo l'istinto del fisico, mi mancava la favilla, ne ero finalmente cosciente.
 
Non ho realizzato il mio sogno, dopo la laurea in Fisica non ho fatto il fisico.
 
Arrivato a quell’età di mezzo la vita mi ha travolto, non mi sono iscritto a Filosofia come m’ero ripromesso da studente.
 
Nel lavoro ho avuto tante soddisfazioni, molti riconoscimenti formali e informali, ho guadagnato bene, senza dovermene vergognare, ma non ho mai avuto l'intrigo, quel solleticamento neuronale, quell'illuminazione, quella seduzione, quell'eros, quegli orgasmi intellettuali, sorta di lampi di presuntuosa onniscienza, di comprensione profonda, che la fisica mi ha dato.
 
Lavorando e continuando sempre a leggere di fisica, nel tempo ho scoperto che l’avventura culturale della Fisica non finisce con l’Università, prosegue tutta la vita, indipendentemente che si lavori come fisico, o si faccia qualcosa d’altro.
 
Diventato appassionato di fisica per hobby, ho continuato a leggere di fisica (e filosofia), la mia passione non si è mai sopita, ma ho capito che ormai di fisica posso parlare solo con chi non ci lavori in mezzo.
 
Per questo ho preso a divulgare la fisica appena se ne presentasse l'occasione, che fosse semplicemente tra amici, nell'ambito della formazione manageriale in cui mi sono sempre impegnato, o rivolta a studenti appassionati della fisica.

Una delle più belle esperienze, sviluppatasi per un decennio tra il 2004 ed il 2014, inizialmente al Dipartimento di fisica della terza università di Roma, Tor Vergata, poi presso diversi licei scientifici romani, è stata una sorta di lezione rivolta agli studenti dell'ultimo anno delle superiori, per orientarli ad iscriversi alla facoltà di Fisica dove, fenomeno italiano ed europeo, le iscrizioni sono ormai costantemente in calo.

Ne uscirono fuori delle domande e le relative risposte:
  • Perché studiare fisica?
  • Come studiare Fisica ?
  • Che insegna la Fisica ... oltre alla Fisica ?
  • Che può fare chi ha studiato Fisica ?
L'avventura culturale più vibrante in tema di fisica si è svolta dal 2005 al 2012, quando sono andato, come volontario, a insegnare fisica alle elementari, ad incontrare le III classi, poi successivamente allargando l'intervento a IV e V, mi sono divertito molto ad interagire con i bambini, per il loro elevato interesse, per la loro voglia di partecipare, di condividere ragionamenti, la loro impagabile spontaneità e simpatia.

Dal 2008, alla lettura della divulgazione di fisica, associo la scrittura di una sorta di tesine su quegli aspetti che più m'interessano, inevitabile che prima o poi questi "inutili lavori", non richiesti da nessuno, a nessuno utili, si riversino su questo blog, per celebrare a mio modo gli anni passati da quel 16 luglio del 1982 in cui mi laureai in fisica.

Appena rimango disoccupato (probabile) o vado in pensione, ricomincio con la didattica su Fisica e Filosofia, in parallelo, dividendomi tra elementari e liceo.

Anche perché riguardo al tempo (di Michael Althsuler):
  • La cattiva notizia è che il tempo vola.
  • La buona notizia è che sei il pilota.
 
 


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