Che accade?
Gli ultimi 5 anni
coincidono con la fase più acuta di due fenomeni (a mio avviso positivi):
- l'eclissi di fede e religione,
- l'irrilevanza dei cattolici in politica e della tradizione
cristiana.
Per eclissi di fede e
religione intendo il processo storico, acuito e accelerato negli ultimi tempi,
in cui il sentimento religioso cala, cosa simmetricamente esprimibile in
termini di:
- devozione (numero di
fedeli a messa);
- vocazione (numero
seminaristi che vogliono farsi preti, numero di preti che abbandonano i
voti).
Praticamente
impossibile trovare statistiche affidabili che traccino la numerosità dei
fedeli che seguono la messa, più facile concentrarsi su dati metrici inerenti i
preti che, in senso moderno, nascono
a valle dei 18 anni del Concilio di Trento, finito nel 1563.
Confrontando i dati riportati sugli annuari pontifici, per
quanto riguarda i seminaristi emerge che:
- in 90 anni i seminaristi sono diminuiti dell’82%, dai 15.000
del 1924 ai 2.700 del 2014;
- negli ultimi 10 anni del periodo considerato sono diminuiti del
12%, dai 3.145 del 2004 ai 2.753 del 2014.
Alla riduzione dei seminaristi si aggiunge poi l’incremento
dei preti che abbandonano per variegate cause (celibato, crisi di fede,
rapporti conflittuali con i superiori, difficoltà con il magistero,
depressioni, limiti caratteriali), il cosiddetto spretamento:
- in 20 anni circa 70.000 sacerdoti hanno lasciato i voti, in
media dopo 13 anni di ministero e 50 anni di età, ritornando allo stato laico,
dal 1964 al 2004;
- di questi circa 10.000
hanno successivamente ripreso il ministero religioso, segno di una grande
confusione.
Agli inequivocabili dati metrici aggiungo la mia diretta
esperienza, non sono un frequentatore di messe ma su una cinquantina di funerali cui ho partecipato nel costo degli
ultimi 10 anni, ho intercettato:
- solo due volte un prete italiano (gli altri tutti
evidentemente stranieri, come denunciato dall’accento, con prevalenza di
paesi Africani, dell’est Europa ed Asiatici);
- mai un chierichetto (una razza estinta).
Può essere che oggi ai
preti tocchi la stessa sorte che ha contrapposto supermercati e negozietti di
frutta e verdura sotto casa a vantaggio della grande distribuzione? Ovvero:
- accorpamento di parrocchie
in Comunità pastorali,
- 1 prete per 10-15 chiese,
- turnazione delle messe
nelle diverse chiese sul territorio,
- perdita di contatto
diretto con il fedele.
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